Sabbia di acciaio

Mi ritrovo perso Nel Pieno deserto

Mi ritrovo perso
Nel Pieno deserto

Improvvisamente penso questo, nel tratto finale verso Douz.
Sto correndo su dune bianche, come le pagine del quaderno a righe di prima elementare.
Il mio primo quaderno.
Il mio primo deserto.
È la terza tappa e sto per terminare la corsa.
I miei alluci ringraziano.
Il mio cuore no.
Ci sono dentro da più di 90km ma ancora non ne sono stufo.
Il mio zaino professionale è leggero, complice il litro d’acqua appena esaurito.
Ma il mio bagaglio emozionale è pieno.
Dentro ci sono gli occhi svegli di Adriano, il tempismo di Davide, la calma di Sandro, la travolgente simpatia di Pepe, la presenza di Carlos.
Il mio bagaglio emozionale è pieno di tutti ma proprio tutti i collaboratori della Zitoway con la loro allegria e competenza.
Il mio bagaglio emozionale è colmo dei visi, degli accenti, delle movenze di tutti i corridori e camminatori lì presenti con i quali ho convissuto a stretto contatto per ore.
È pieno delle mie debolezze, che sto maleducatamente e opportunamente ( sono venuto qui apposta ? ) gettando sotto la sabbia, cercando invano di liberarmene.
Ed è pieno di lacrime che precipitano in picchiata sulla sabbia.
Talmente tante che ci giurerei porteranno vita dove vita non ce n’è.
Ed è per questo che una parte di me … sarà sempre là.